domenica 5 settembre 2010

LE FONTI DELLA "COMEDIA"

In merito alle fonti, la "mirabile visione" di cui il Sommo parla alla fine della "Vita Nova", preannuncio della "Comedìa", induce a porre il Poema sulla scia delle visioni allegoriche, tanto diffuse nel Medioevo.

In merito possono essere citate la "Visio Sancti Pauli", la "Visio Alberici", la "Visio Tungdali", la "Navigatio Sancti Brandani"; quanto all'argomento si ricordano poemetti in volgare largamente diffusi che trattano dell'aldilà, come il "De Jerusalem Coelesti", ed il "De Babilonia civitate infernali", di Giacomino da Verona, il "Libro delle tre scritture" di Bonvesin da la Riva, od il romanzo allegorico "Libro de' vizi e delle virtudi" di Bono Giamboni.

Tutti scritti che se possono documentare tradizionali atteggiamenti della letteratura religiosa medievale, non possono essere citati come "precedenti" della "Comedìa" di una qualche valenza.

E' da considerare, però, l'influenza sulla "Comedìa" (convalidata dagli studi di Maria Corti) del "Libro della Scala", opera musulmana, tradotta dall'arabo in castigliano per volontà di re Alfonso, che narra l'ascesa in cielo di Maometto.

Dante cita le sue fonti: in vista del viaggio ultraterreno prospettatogli da Virgilio, esprime i suoi timori ed i suoi dubbi, e si giudica indegno ad intraprendere una così ardua impresa, affrontata solo da personaggi eccezionali desidegnati da Dio, come Enea e S. Paolo: "Io non Enea, io non Paulo sono" (Inf. II, 32).

Ma quella esperienza, rincuorato da Virgilio, egli finirà per compierla; affronterà la discesa agli Inferi come Enea e l'ascesa al Paradiso come S. Paolo, rapito al terzo cielo (Ep. II Cor., XII, 2-4).

Sono alla base della "Comedìa", l' "Eneide" ed i Testi Sacri, e non solo idealmente; i richiami ad episodi dell'"Eneide" sono frequenti in tutta l'opera ed addirittura dominano i primi canti dell'"Inferno"; la "Bibbia" ha una presenza costante. Alimenta idee, immagini, sentimenti nel tessuto narrativo del Poema, con crescendo nella seconda e terza cantica.

Il sincretismo tra mondo classico (per ciò che se ne conosceva) e mondo cristiano, così tipico nel Medioevo, praticato per lo più con rozzezza in anacronistica confusione di notizie e personaggi, trova nel Sommo un'altissima espressione che coglie la continuità fra il pensiero degli antichi e quello cristiano, fra la moralità dei Romani, di cui esalta la pratica delle virtù civili, e l'etica cristiana, fissando principi che sono alla base della nostra civiltà occidentale.

Fin dall'esordio del suo Poema, Dante ci descrive la sua personale esperienza con le parole degli scrittori sacri e dei profeti; fa cadere l'inizio del suo viaggio nell'Oltremondo "Nel mezzo del cammin di nostra vita...", come Isaia che dice di andare alle porte dell'Inferno (XXXVIII, 10) alla metà dei suoi giorni ("in dimidio dierum meorum"); fissa biblicamente a settanta anni la durata della vita terrena ("Dies annorum nostrorum septuaginta anni" - Salmi, LXXXIX); la "selva oscura" è l'"immensa silva plena insidiarum et periculorum" di S. Agostino (Conf. X, XXXV) e ad essa Dante si ispira anche nel "Convivio" (IV, XXIV, 12) dove parla della "selva erronea di questa vita" nella quale entra l'adolescente; l'espressione "tanto è amara che poco è più morte" evoca l'"amariorem morte" dell'"Ecclesiaste" (VII, 27); così come è di ispirazione biblica l'idea del sonno per indicare il torpore del peccato ("tant'era pien di sonno in quel punto / che la verace via abbandonai"): dice, ad esempio, S. Paolo "hora est iam nos de somno surgere" (Rom., XIII, 11); come Dante viator si volge al "dilettoso monte", anche il salmista innalza gli occhi ai monti dove splende il sole, simbolo di Dio, per trarne aiuto: "levavi oculos meos in montes unde veniet auxilium mihi" (Ps., CCXI).

Gli studio hanno dimostrato che ogni immagine dei primi versi della "Comedìa" deriva dalla tradizione biblica. Questi dati, ormai noti, rivelano l'intenzione di Dante di dare al suo Poema un'autentica forza profetica di convinzione, alimentata dalle possibilità persuasive della poesia che, al di là di ogni "summa" a scopo educativo, sa parlare agli umani sentimenti oltre che alla ragione.

Nicoletta E. Stagi

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